}
Irrigazione a goccia per vite

Irrigazione a goccia per la viticoltura di qualità: vantaggi e benefici

Il sistema di irrigazione a goccia per vite rappresenta la soluzione più efficace per massimizzare raccolti e qualità dell'uva da vino, rispondendo alle complesse condizioni climatiche delle ultime stagioni. Netafim propone due innovativi metodi di irrigazione a goccia per i vigneti, tramite filo e subirrigazione, per conseguire una qualità ottimale dell'uva da vinificare. Scopriamo insieme come gestire l'irrigazione con la tecnica del deficit idrico controllato per massimizzare i raccolti e gestire i consumi di acqua in modo più efficiente.

Irrigare a goccia la vite è diventato fondamentale per adattarsi ai cambiamenti climatici 

Alle porte dell’ormai prossima stagione agraria 2023 emergono intense le preoccupazioni del settore vitivinicolo su un possibile scenario di siccità simile alla stagione scorsa.

Alte temperature, scarsità nella disponibilità idrica, piogge rare e poco significative hanno portato problemi a carico delle produzioni e della qualità nel 2022. Infatti, alla riduzione delle rese per ettaro, si sono aggiunti problemi dovuti ad eccessi di gradazione zuccherina, scarsità nel patrimonio acido e grossolanità aromatica. Il quadro è come sempre molto eterogeneo e si fatica a trovare una condizione comune a tutti gli areali; tuttavia, possiamo affermare che la maggior sofferenza si è avuta nel centro nord del Vigneto Italia.

Sappiamo che la vite non resiste bene a eventi climatici così repentini ed estremi e che la siccità prolungata ha effetti negativi sulla qualità.

Ci sono molte pratiche agronomiche che possono aiutare a limitare questo tipo di danni e la prima, che agisce direttamente sulla fisiologia della vite, è l’irrigazione.

Come l'irrigazione a goccia su vite può garantirti controllo su rese e qualità

L’irrigazione a goccia su vite è una tecnica agronomica di precisione e strumento di impatto decisivo in quanto calcolabile, monitorabile e riproducibile. Parliamo di una soluzione tecnica capace di mantenere sotto controllo produzioni e qualità e quindi la redditività aziendale. Proprio l’aspetto del reddito è rilevante.

Secondo Agrifood Tech, a settembre 2022, sarebbero stati stimati 6 miliardi di danni e un calo del 10% della produzione agroalimentare nazionale dovuta agli effetti della siccità 2022. La fonte è Coldiretti che, in occasione della diffusione delle immagini del programma europeo di osservazione della Terra Copernicus, afferma che l’estate 2022 in Europa è stata la più siccitosa dal 1540.

La viticoltura italiana ha contenuto il danno con un 10% in meno di produzione nel 2022, ma la situazione resta incerta. Ecco perché la pianificazione dell’irrigazione è diventata cruciale.

Infatti, l’intervento irriguo cosiddetto di soccorso non basta più. Questo perché si applica quando i danni a carico della produzione/qualità sono già avvenuti. Consideriamo, inoltre, che la differenza tra uno stress idrico prolungato e una temporanea carenza idrica sono due condizioni diverse per la pianta della vite.

Uno stress prolungato infatti deprime le attività del metabolismo secondario (in generale l’elaborazione e l’accumulo di quei composti responsabili della qualità) e si spinge oltre, fino ad attaccare le funzioni del metabolismo primario (sopravvivenza dell’individuo) al punto che la pianta arriva a “cannibalizzare” i propri tessuti per sopravvivere. Una condizione idrica di carenza o deficit è invece una fase che la pianta di vite, geneticamente adattata, è in grado di superare operando su diversi sistemi di modulazione senza compromettere elaborazione e accumulo di sostanze secondarie (e senza intaccare le funzioni del metabolismo primario).

deficit-idrico-controllato-su-vite.jpg

Come applicare la tecnica del deficit idrico controllato all’irrigazione a goccia della vite 

Abbiamo in questi anni studiato, dimostrato e approfondito quelli che sono meccanismi di attivazione e risposta allo stress idrico e al deficit idrico che la vite mette in atto.

Nella vite si stabilisce una certa competizione tra organi vegetativi e frutto e si cerca sempre di favorire le condizioni migliori per l’instaurarsi di un particolare equilibrio detto vegeto-produttivo. Inoltre, la chiusura parziale degli stomi fogliari permette alla pianta di vite di continuare a fare fotosintesi usando meno acqua. Queste risposte fisiologiche devono essere messe in relazione con gli obiettivi produttivi dell’azienda vitivinicola con lo scopo di portare in cantina uve con composizione organolettica equilibrata (per es. tra zuccheri e patrimonio acido), dati riscontrati e consolidati negli anni attraverso vinificazione delle uve provenienti dalle tesi gestite con le tecniche microirrigue.

Per ottenere tali scopi la maturazione dell’uva deve essere regolata e i processi di accumulo, in particolare dei composti legati all’aroma e al colore, devono avvenire in piante non stressate con buon controllo della propria regolazione termica, attraverso la traspirazione, e della fotosintesi (il cui tasso netto decresce al crescere del livello di stress idrico).

La strategia irrigua che ha fornito i migliori risultati è quella del deficit idrico controllato (detto anche RDI ovvero regulated deficit irrigation) che consiste nel restituire una quota variabile di acqua, in relazione alla quota evapotraspirata dalla pianta. In pratica si mantiene la pianta prossima allo stato idrico minimo per continuare a fare fotosintesi con l’uso più efficiente dell’acqua di cui essa è capace.

Nelle prove sperimentali, tramite la misurazione dei potenziali idrici fogliari (con camera a pressione o altri metodi), si caratterizzano le soglie di deficit e si valuta, ricordando la variabilità legata a portinnesti e vitigni, come operare per evitare di portare la pianta al di là di suddetta soglia. Queste prove permettono di semplificare il lavoro in vigna, applicando dei fattori di correzione al calcolo del monte millimetri da restituire per ogni turno irriguo in accordo alle fasi fenologiche e all’andamento climatico nell’ottica di non soddisfare appieno il fabbisogno stimato, ma di imporre una carenza voluta e controllata.

I risultati degli studi condotti dall’Università di Pisa sull’irrigazione della vite

Recenti lavori pubblicati dall’Università di Pisa hanno evidenziato come la modifica dei tempi e del volume dell'irrigazione può consentire di gestire l’accumulo degli aromi della bacca (prove condotte su Sangiovese e Merlot) per una migliore composizione del frutto e poi del vino.

I protocolli di irrigazione dovrebbero essere personalizzati per specifiche combinazioni cultivar-portainnesto (Deficit irrigation differently affects aroma composition in berries of Vitis vinifera L. grafted on two rootstocks. G. Pala et al. 2022).

Il risultato ottenuto è importante: il deficit idrico controllato permette di risparmiare acqua e conseguire adeguati livelli produttivi con miglioramento della qualità del vino, in ambienti caratterizzati da incostante o scarsa piovosità estiva. Tali evidenze spingono ad evolvere da un concetto di soccorso a uno di irrigazione di qualità. Da interventi irrigui di emergenza bisogna passare ad una strategia pianificata che agisca in maniera organizzata sulla fisiologia della pianta.

L’obiettivo primo, in questi ultimi anni, è stato quello di garantire la produttività attesa dal vigneto con particolare attenzione a salvaguardare i necessari livelli qualitativi del prodotto uva e quindi anche mosto.

Irrigazione su filo e subirrigazione della vite: scopri le soluzioni Netafim migliori per te

Per avere un effetto significativo su tutto il vigneto è fondamentale che ogni pianta riceva la stessa quantità di acqua uniformemente e in maniera efficiente. Il Sistema Irriguo a Goccia proposto da Netafim è oggi in grado di avere efficienza prossima al 95% (significa che il 95% dell’acqua fornita è reso disponibile agli apparati radicali, in equilibrio con l’aria presente nel suolo e per un tempo utile all’assorbimento) e grazie ai Gocciolatori Autocompensanti (capaci in un campo di pressione tra 0,5 e 4 bar di erogare tutti la stessa portata quindi strumento eletto per l’irrigazione di vigneti in collina con pendenze forti) si pone come lo strumento più accurato per l’irrigazione tecnica del vigneto attraverso la pratica del deficit idrico controllato.

Netafim propone due diverse soluzioni per l’irrigazione a goccia su vigneti:

  • Irrigazione della vite su Filo: consigliamo UniWine™ o DripWine™, le ali gocciolanti autocompensanti specifiche per l’irrigazione della vite dotate di ganci premontati rompi goccia che bene si adattano alle soluzioni a spalliera con fili di sostegno. Questa pratica soluzione consente di fissare facilmente l’ala al filo in fase d’installazione, con un notevole risparmio di tempo e costi di manodopera e limitati ingombri in campo.
  • Subirrigazione della vite: interrando l’ala a 30-40 cm in profondità si soddisfano i fabbisogni idrici della vite in maniera precisa e localizzata senza ingombri in campo e con una riduzione delle perdite idriche dovute all’evaporazione dell’acqua nella fase di caduta e dal terreno. Il monitoraggio del corretto funzionamento di questo sistema si attua tramite contatori e con la manutenzione programmata dell’impianto di irrigazione. Per questo tipo di applicazioni le ali gocciolanti suggerite per la vite sono Uniram™ AS o Dripnet™ AS ovvero antisifone. L’evoluzione più recente riguarda la tecnologia XR che applicata alle precedenti ali gocciolanti ne aumenta la protezione all’intrusione radicale, grazie alla mescola arricchita di ossido di rame. Questo tipo di gocciolatori è ammesso anche nel biologico e rientra largamente nei parametri quantitativi di rilascio di rame nel terreno, secondo le più recenti restrizioni.

contatta-netafim-irrigazione-goccia-su-vite.jpg

Il lavoro di Netafim in questi anni si è concentrato sul conoscere per capire. Abbiamo sviluppato una competenza diffusa sulle reali risposte della vite alle pratiche colturali, con particolare attenzione all’acqua e ai consumi di acqua, tenendo sempre presente l’obiettivo enologico da raggiungere. Portare in cantina un mosto equilibrato che sia davvero lo specchio di un territorio e di una identità significa anche modificarlo il meno possibile in fase di vinificazione. Significa anche sapersi adattare a un andamento climatico in evoluzione che costituisce una variabile non controllabile. La conoscenza è lo strumento per continuare a crescere insieme ai viticoltori e ai loro enologi in un settore fondamentale per la valorizzazione della produzione agricola in Italia.